IL Molto Amato Cuore di Ghismonda: Riflessioni sull’Eucaristia e sul Santo Graal
DOI:
https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p13-26Parole chiave:
Boccaccio, Decameron, Ghismonda, Eucaristia, Santo GraalAbstract
Il presente paper cerca di tracciare delle possibili convergenze tra la novella di Ghismonda (Decameron IV, 9) con il mito del Santo Graal e con il sacramento dell’Eucaristia, basandosi sugli scritti di Le Goff, Charbonneau-Lassai e Camporesi, tra altri. Nel sacramento cattolico, Cristo offre il suo corpo e il suo sangue agli apostoli affinché, consumandoli, entrino in comunione con Lui nella vita eterna, annunciando la basa dell’escatologia cristiana. Ghismonda, dopo aver bevuto il sangue intriso di veleno, che lei stessa aveva versato sul cuore dell’amante ucciso dal padre, entra in comunione con Guiscardo in una vita eterna, consumando quell’amore interrotto dal padre e indicando la “sua” escatologia. I discepoli bevvero il sangue di Cristo dal Graal: Ghismonda bevve il sangue di Guiscardo da una coppa d’oro. Coincidenza o allusione?Downloads
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Pubblicato
07-06-2013
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Não definida
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Come citare
Bona, F. D. (2013). IL Molto Amato Cuore di Ghismonda: Riflessioni sull’Eucaristia e sul Santo Graal. Revista De Italianística, 25, 13-26. https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p13-26