Caravaggio e il Maccheronico di Teofilo Folengo

Autori

  • Bernardo Piciché Virginia Commonwealth University

DOI:

https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p51-74

Parole chiave:

Caravaggio, maccheronico, Teofilo Folengo, Baldus, Merlin Cocai, Michelangelo da Merisi, parodia

Abstract

Il presente studio ipotizza un’affinità tra Caravaggio e Teofilo Folengo, argomentando che la pittura del primo presenta analogie estetiche e etiche con la produzione in latino maccheronico del secondo. Il Baldus costituisce un tipico esempio di quella che Genette definirà come «parodia seria»: attraverso il rovesciamento e la irrisione beffarda Folengo ingaggia tenzone contro l’arte paludata e il travisamento dei valori cristiani. Non si tratta qui di stabilire un’influenza di Folengo su Caravaggio, bensì un’analogia, in virtù di un filo di congiunzione ideale, la cui presumibilità viene corroborata anche dal substrato biografico-culturale e da comune spirito religioso. Sia in Folengo che in Caravaggio sono stati individuati i caratteri di un certo modo della cultura lombarda di essere “contro” al punto che il duo Folengo-Caravaggio sembra epitomizzare l’antitesi al decorum curialcortigianesimo di Castiglione e Raffaello. Il Cristo-paradosso costituisce la vera fonte ispiratrice per entrambi. La comparazione tra due arti deve tenere conto dei diversi strumenti espressivi, e questo costituirà uno dei soggetti di riflessione nel testo. Se l’ipotesi della consentaneità viene ragionevolmente difesa, perché non individuare una componente maccheronica anche nell’arte di Caravaggio? Agli storici d’arte, tuttavia, decidere se si possa considerare il maccheronico come categoria pittorica

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Biografia autore

  • Bernardo Piciché, Virginia Commonwealth University
    È professore di italianistica, studi mediterranei e studi comparati di letteratura. Coordina i corsi di Italian e di Mediterranean Studies della VCU, Virginia Commonwealth University, USA. Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Roma, nello stesso ateneo ha ottenuto il suo master in Italianistica. Ha poi proseguito i suoi studi di post-laurea presso l´Université de Paris e la Yale University, ottenendo un dottorato in Lingua e Letteratura Italiana nel 2004. Tra le sue pubblicazioni si ricorda il libro Argisto Giuffredi, gentiluomo borghese nel vicereame di Sicilia (2006), con cui ha ottenuto il premio di miglior saggio critico dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

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Pubblicato

2013-06-07

Fascicolo

Sezione

Não definida

Come citare

Piciché, B. (2013). Caravaggio e il Maccheronico di Teofilo Folengo. Revista De Italianística, 25, 51-74. https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i25p51-74